Il ruolo cruciale dei medicinali plasmaderivati:
storia, importanza e autosufficienza nel sistema sanitario italiano
I medicinali plasmaderivati (MPD) sono specialità farmaceutiche prodotte attraverso processi di lavorazione industriale del plasma ed esercitano un ruolo chiave, a volte non sostituibile, nel trattamento di molte condizioni cliniche acute e croniche. Gli MPD fanno parte del lungo elenco di MEDICINALI ESSENZIALI (insieme, ad esempio, agli antibiotici e farmaci per combattere le infezioni, alle insuline per i pazienti diabetici, ai farmaci antineoplastici ecc ) che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) aggiorna ogni due anni a partire dal 1977.
I medicinali essenziali devono essere resi disponibili in tutti i paesi del mondo per garantire uno standard di salute e possibilità di cure IN MISURA UGUALE per tutti i cittadini del mondo.
L’inventore dei processi di lavorazione del plasma è Edwin J. Cohn, scienziato della Harvard Medical School di Boston in Massachussetts , che nel 1940 elabora una tecnica per frazionare il plasma ed estrarre un suo componente, l’albumina, da utilizzare per il trattamento delle emorragie nei soldati feriti. A partire dal 1942, i concentrati di albumina ottenuti da donatori volontari reclutati dalla American Red Cross cominciarono a fare parte della dotazione sanitaria dell’esercito americano impegnato nella II° guerra mondiale.
Negli anni successivi, dal 1960 al 1990, sfruttando il metodo di lavorazione del plasma di Cohn, sono state elaborate tecniche per estra
rre anche gli altri costituenti del plasma e ottenere i prodotti terapeutici noti come MPD e compresi tra i farmaci essenziali. In aggiunta alla sopracitata albumina, oggi possiamo utilizzare immunoglobuline, concentrati di fattori della coagulazione e di antitrombina III, fibrinogeno, prodotti contenenti alfa 1 antitripsina e inibitore della c1 esterasi entrambi salvavita in due condizioni gravi e rare rappresentate dalla deficienza congenita di alfa1 antitripsina e dall’ angioedema ereditario.
Accordi tra il Ministero della salute, AIFA e le company farmaceutiche titolari dei processi di lavorazione industriale del plasma regolamentano attualmente l’invio del plasma raccolto in Italia agli stabilimenti industriali delle company farmaceutiche, nonché la restituzione di MPD derivati dal plasma lavorato, alle aziende sanitarie.
In Italia la donazione di plasma e di sangue è pubblica (effettuata presso i centri di raccolta associativi e dei Servizi Trasfusionali ospedalieri), volontaria e gratuita, a differenza di altri stati del mondo e anche Europei in cui le stesse company farmaceutiche gestiscono la raccolta e il reclutamento dei donatori mediante remunerazione.
Soltanto grazie alla disponibilità di donatrici e donatori che riconoscono il valore dell’altruismo e grazie all’impegno delle associazioni di volontariato per la sensibilizzazione e fidelizzazione dei donatori volontari, il sistema nazionale consente di mantenere la autosufficienza di MPD e il conseguente livello di cura che caratterizza la nostra realtà sanitaria.
Senza dimenticare il ruolo che la raccolta di sangue intero riveste ai fini della pratica clinica, è ugualmente importante per i motivi espressi sopra, non relegare la donazione di plasma ad una posizione minoritaria, lasciando aperta la possibilità di selezionare insieme al medico di raccolta la tipologia di donazione più adeguata al mantenimento della autosufficienza di sangue e di plasma.